Quando è nata la mania della tecnologia da indossare e dove ci porterà?
Si chiama Internet of Things (Internet degli Oggetti) ed è il concetto - introdotto alla fine del XX secolo - che ha rivoluzionato il mondo della tecnologia.
In soli 2 decenni l’idea di connettere oggetti e luoghi tra loro e alla Rete si è trasformata in realtà, con l’evoluzione di smartphone, tablet e wearable device.
Proprio su quest’ultimi sembra si stiano concentrando le energie del mondo dell’elettronica: ne sono convinti, tra gli altri, anche gli analisti di Business Insider, che prevedono, da qui al 2019, una crescita del comparto del 35% medio annuo, raggiungendo i 148 milioni di unità vendute (oggi pari a 33 milioni).
Ma l’origine delle tecnologie indossabili non è così recente come sembra.
I primi wearable
l primo dispositivo identificabile come wearable risale agli anni ‘60 del secolo scorso. Fu messo a punto da uno dei più grandi matematici di tutti i tempi, Claude Shannon, e da Edward Thorp, un professore di matematica del MIT affascinato dalla possibilità di poter utilizzare opportuni algoritmi matematici per competere e vincere il banco nel gioco d’azzardo.
Il risultato dei loro studi fu un micro-computer grande come un pacchetto di sigarette, collegato con un sottilissimo filo a un apparecchio acustico. E pare funzionasse, dato che lo stato del Nevada lo mise fuori legge nel 1985.
Gli anni ’70 vedono la nascita di un’altra tipologia di device indossabili: gli orologi da polso automatici o elettronici. Come il Casio Databank DC-40, il primo orologio in grado di archiviare qualche decina di numeri di telefono e funzionante anche come calcolatrice.
Anche il settore musicale non fu da meno. Il repentino processo di miniaturizzazione e digitalizzazione diede vita a uno degli oggetti più rappresentativi di quegli anni: il walkman, mangianastri portatile che rivoluzionò il modo di ascoltare e produrre musica.
Wearable oggi e domani
I wearable che oggi indossiamo - dagli smartwatch ai fitness tracker (come il C Fit di Custom Phone) - sono l’evoluzione all’ennesima potenza di questi primi prodotti indossabili.
A fare la differenza non sono solo le dimensioni dell’hardware o la durata della batteria, ma soprattutto la rete di connessioni su cui si basano i nuovi device: i collegamenti utente con dispositivo, utenti con utenti e dispositivi con dispositivi.
Sarà proprio la crescente quantità di dati creati e scambiati a determinare il successo di queste tecnologie e a plasmare le reti del futuro. E proprio questa espansione sarà la vera rivoluzione dell’Internet of Things.